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L’ospite:
Tra i più noti e amati giornalisti italiani, Oliviero Beha ha scritto inizialmente per «Paese sera» e «Tuttosport». Ha fatto l’inviato per «Repubblica» per un decennio occupandosi di sport, costume e società . E’ stato editorialista e commentatore per molte testate, lo è oggi per «Il Fatto Quotidiano», di cui è uno dei fondatori.
E’ stato autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche e televisive di grande successo della Rai, da Radio Zorro a Radio a colori, da Va’ pensiero al recente Brontolo, su Rai3. Scrittore, saggista, poeta e drammaturgo, ricordiamo tra i suoi molti titoli Italiopoli, I nuovi mostri, Il culo e lo stivale e, in versi, Meteko.

L’evento:
C’è un uomo solo «al comando di se stesso». Non è un semplice ciclista, perché il suo «naso triste come una salita» è stato per anni l’incarnazione stessa del ciclismo. Ma questa volta Gino Bartali non corre per nessun titolo. Siamo nell’inverno del 1943 e combatte la sua guerra. Corre per salvare vite umane. Dopo i fasti del Giro e del Tour, conquistati contro il Regime, è iniziata tutta un’altra storia anche per lui.
Una storia di coraggio e orrore, di eroismo e follia. Mentre le leggi razziali vengono applicate con brutalità in Europa, circa quindicimila ebrei
raggiungono l’Italia per trovare rifugio. E’ allora che il campione diventa una sorta di staffetta al servizio della rete clandestina Delasem. «Se ti scoprono, ti fucilano», gli dice il Cardinale Dalla Costa nell’affidargli l’incarico. Ma Gino non si ferma. Finge di allenarsi, e in realtà trasporta documenti falsi, celati nei tubi del sellino e del manubrio. Sono più di ottocento gli ebrei che hanno avuta salva la vita grazie al valore silenzioso di
un grande del ‘900. Passano gli anni, la guerra finisce e di nuovo c’è un uomo solo che pedala. Per vincere il suo secondo Tour, ma anche questa volta per qualcosa d’altro, per molto di più: per scacciare un fantasma che si chiama guerra civile.

Bartali corre, più forte di tutti, nell’agonismo estremo della sua anima, sulle strade impolverate e sul filo di questo nuovo evento del Sabato del Villaggio che, attraverso la voce di un grande giornalista come Oliviero Beha, restituisce al nostro pubblico un personaggio vero, lontano dai luoghi comuni che l’hanno etichettato troppo spesso solo come il rivale eterno di Fausto Coppi.